Concreta sinergia con il mezzo
Nel mondo della bici un rilievo importante è la posizione che si ha sul mezzo e le relative misurazioni che definiscono la postura e di conseguenza l’azione.
Stare bene in sella è fondamentale sia per le prestazioni e per pedalare bene ma anche per preservare il proprio benessere fisico, evitando di assumere posizioni poco socievoli per l’integrità muscolare e articolare.
Il ciclista nella propria attività tende a stressare alcune zone come il sottosella per la pressione e gli attriti sugli appoggi ischiatici, il tratto cervicale per la continua estensione del capo, il tratto lombare per la flessione del tronco durante l’azione.
Anche la muscolatura dorso-lombare nelle azioni impegnative è sollecitata in misura rilevante e a questo si deve aggiungere la potenziale pressione sulla articolazione del ginocchio quando si pedala a cadenze basse e con carico elevato come in salita.
Infine un aspetto non molo conosciuto è offerto dalla parziale staticità corporea in azione, vale a dire un prolungato rapporto tra azioni muscolari dinamiche con elevata cinetica e quelle con cinetica ridotta, tra gruppi muscolari impegnati nell’azione diretta nella locomozione e quelli impegnati come stabilizzatori e di equilibrio.
Per questo insieme di fattori la posizione in sella assume una importanza elevata e bisogna assegnarle un ruolo di primario interesse nell’economia prestazionale generale.
Fondamentale è la conoscenza dei parametri che entrano in gioco perché il posizionamento corretto non è l’assunzione di quote ciclistiche e di millimetri che definiscono una posizione perfetta (che non esiste) ma è la conoscenza dei fattori che influiscono sia sugli aspetti posturali che su quelli prestazionali, che cambiano nel corso della stagione.
In sostanza abbiamo 4 aree di intervento di conoscenza e di approccio:
Struttura | Dinamica d’Azione | Periodo Stagione | Tipologia Bici |
Tipologia di muscolatura (elastico, tonico, rigido) | Andatura lenta media veloce massimale | Inverno ripresa | Bici aero |
Tipologia di struttura (brevilineo, normolineo, longilineo) | Azione in salita pianura discesa | Primavera | Bici allround |
Età del ciclista | Estate | Bici endurance | |
Fine stagione | Bici gravel | ||
Tipologia di materiale | |||
Tipologia di ruote |
In sintesi la struttura del ciclista la sua bici il periodo stagionale e il suo stile di pedalata concorrono a fornire la sua identità dinamica, che in pratica è unica per ogni individuo e definisce la sua efficienza sul mezzo in relazione all’utilizzo più frequente.
Quando un ciclista si appresta a definire e a strutturare la propria posizione in sella deve quindi tenere conto di questi parametri per ottimizzare la sinergia con il proprio mezzo.
Facciamo un esempio generale sulle variabili di cui sopra ed ipotizziamo due ciclisti amatori entrambi alti 178cm ed entrambi del peso di 76kg.
Se si struttura la posizione in sella solamente sulla misurazione della lunghezza della gamba e sulla correttezza angolare del ginocchio del gomito e della estensione scapolo-omerale ci si avvicina senz’altro ad una buona definizione posturale, ma potrebbe non bastare per l’ottimizzazione.
Il soggetto A presenta una muscolatura rigida con il ventre posteriore della coscia accorciato questo lo porta ad avere un bacino in parziale retroversione e di conseguenza una estensibilità del rachide minore, e questo comporta un determinato equilibrio tra distretti muscolari e segmenti articolari.
Una posizione aggressiva potrebbe quindi non fare al caso suo almeno nel periodo contingente e di questo bisogna tenerne conto e informare il ciclista.
Al contrario il soggetto B presenta una muscolatura elastica ed allungabile senza zone stressate o accorciate e di conseguenza non va incontro a retroversione del bacino o a misure di adattamento antalgico delle proprie articolazioni.
Però il soggetto B ha 22 anni in più di quello A e bisogna ipotizzare una compressione pelvica ridotta per salvaguardare la zona prostatica e quindi lavorare sulla inclinazione della sella per salvaguardarlo e fornirgli un posizionamento più orientato al benessere che alla performance.
Due persone strutturalmente simili che però necessitano di una messa in sella differente nell’approccio e con obiettivi di ottimizzazione diversi perché diverse sono le esigenze di base.
Nel perseguire la pratica del posizionamento il tecnico deve fornire queste considerazioni di base per rendere consapevole il ciclista della sua struttura e delle priorità che ne definiscono l’azione.
Importante è anche fornire gli elementi di sviluppo della posizione nel senso che se intervengono delle variabili che modificano queste priorità la posizione stessa potrà subire delle variazioni in una direzione o in un’altra.
Se il ciclista A riesce ad allungare la propria muscolatura ischio-crurale nulla vieta che in seguito potrà abbassare il manubrio per caratterizzare la propria azione in una veste più aggressiva, ma preservando la zona lombare proprio perché si è agito con una prospettiva allargata in funzione della persona.
Il ciclista B potrebbe beneficiare di una sella inclinata o potrebbe valutare l’acquisto di una bici endurance per gratificare la propria zona prostatica, e questo proprio perché posizionandolo sul mezzo sono state fatte delle considerazioni che superano la semplice misurazione antropometrica o il rispetto di determinati angoli statistici.
Questo è il concetto del posizionamento dinamico che non misura la persona ma lo inquadra in una prospettiva allargata che tiene conto di diverse aree.