In sintesi quindi è importante affidarsi ad un posizionatore esperto che pone il ciclista in sella nella maniera più adeguata e consona, però nessun tecnico può fare miracoli perché come descritto ci sono diverse aree e molteplici variabili, e la sensibilità del ciclista unita all’adeguamento alla posizione sono dinamiche molto personali e particolari perché possa esaudirle da solo.
Il tecnico posizionatore deve strutturare la posizione di base, l’archetipo iniziale per cui l’atleta può iniziare a prendere confidenza con il mezzo e acquisire elementi di conoscenza e di percezione dell’azione attraverso una postura corretta e funzionale.
Poi entra in gioco il ciclista grazie anche alle dritte preventive che gli fornisce il posizionatore in base alla forma, allo stile di pedalata, al periodo ecc
In linea di massima la posizione in sella cambia per la variabile stagionale (dall’inverno all’estate) e per la tipologia di impegno in allenamento o in gara.
Una andatura conservativa eseguita in agilità con l’intento di fare km nel periodo di febbraio non può prevedere la stessa posizione 4 mesi dopo nel tenere progressioni prossime alla soglia o oltre, perché oltre alla variabile della forma vi è quella del peso della mobilità articolare dell’allungabilità muscolare e dello stile di esecuzione.
Le andature blande prevedono posizioni conservative e comode con un impegno minimo della muscolatura dorso-lombare e un appoggio ischiatico spesso spostato nella zona posteriore della sella per conseguire tutto il confort possibile.
Al contrario le andature impegnative prevedono uno spostamento in avanti degli appoggi verso la punta e un impegno più marcato della muscolatura stabilizzatrice del tronco, quindi sia l’angolazione della sella che la distanza dal manubrio sono suscettibili di alcuni interventi.
Lo stile stesso di pedalata può subire variazioni in relazione all’impegno muscolare come ad esempio in inverno dove con le andature non troppo elevate l’azione tende ad essere più rotonda ed agile e quindi una posizione estesa con la sella non troppo alta può risultare piu’ consona e adeguata.
Al contrario in piena condizione molti adottano uno stile di spinta più a stantuffo per cui si cerca di dare più corsa alla gamba alzando la sella e al contempo si cerca una maggiore flessione del busto per ragioni sia aerodinamiche che di stabilizzazione del bacino.
Sono variazioni normali nell’ambito del ciclismo così come ad esempio nel podismo l’atleta in inverno tende a correre con una ampiezza minore e in periodo di top form accentua gli appoggi in spinta e la fase aerea dell’azione aumenta. Può risultare a prima vista complesso ma nella realtà non è così complicato soprattutto se il ciclista impara ad ascoltarsi e a gestirsi in termini percettivi.
L’ergonomia funzionale cioè la capacità di esaltare gli aspetti condizionali della locomozione con il minore costo energetico richiede un adeguato livello di attenzione e percezione da parte dell’atleta che può ricevere un contributo in tal senso dalle piccole ma significative variazioni delle proprie quote ciclistiche in funzione delle variabili descritte.
Definita razionalmente una posizione in sella e conoscendo le misure (quote ciclistiche) un ciclista può provare ad ottimizzare la sinergia con la bicicletta proprio in relazione alla preparazione e al periodo stagionale.
Per altro più si sale di livello e di esperienza più la definizione strutturale in seguito alla forma tende a cambiare per cui si possono trovare atleti che a gennaio registrano X kg e hanno X di mobilità articolare, mentre a giugno presentano magari X – 3 kg e hanno X + 2cm di mobilità.
Impensabile che la posizione in bici sia la medesima perché sono quasi due persone diverse.
Il concetto di posizionamento dinamico non prevede regole ferree per tutti ma semplicemente una anteposizione di buon senso e di voglia di provare a definire la propria impronta di interfaccia o la propria identità dinamica.
Si tratta di eseguire modifiche in relazione al periodo di pochi mm quindi semplici accorgimenti che non modificano ma strutturano a misura ed in funzione di alcuni parametri, con l’unico obiettivo di ottimizzare il proprio tempo passato in sella.
Come sempre spiegazione ineccepibile e super esaustiva del nostro Stefano che è in grado di racchiudere in poche semplici righe concetti assolutamente complessi e vari che richiederebbero “fiumi di parole” semplicemente “Grazie” !!!